“Quel che resta” di Luca Pagliari

“QUEL CHE RESTA” IL DOCU-FILM DI LUCA PAGLIARI SUL SINDACO-PESCATORE ANGELO VASSALLO. PRESENTATO IN ANTEPRIMA NAZIONALE IL 20 OTTOBBRE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
di Mimmo Mastrangelo

        Quel che resta…Già, quel che resta di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica-Acciaroli che la sera del 5 settembre del 2010, mentre rientrava a casa, fu crivellato da colpi di pistola. Quel che resta di lui è la memoria di un amministratore pulito ed amato, la sua visionarietà e fattibilità lo portava ad essere avanti di due-tre decenni, infatti era riuscito a trasformare un borgo di pescatori (e contadini) in un centro turistico rinomato del salernitano e dell’intero Meridione.

       Un sindaco con un pensiero politico, un progetto di comunità e delle idee-manifesto tipo: <Lo stato siamo noi,  sono i paesi a fare il Paese. La vera ricchezza è il luogo dove si vive>. Angelo Vassallo sapeva che dove c’erano i soldi pubblici lì si annidavano le mafie, venne ammazzato perché di fronte al perverso intreccio tra criminalità e pezzi marci delle istituzioni non rimase in silenzio. Denunciò. Quel che resta…Di quell’omicidio ad Acciaroli di cui “nessuno sentì nulla” rimane la giustizia tradita: sono passati quasi tre lustri e non si conoscono ancora i nomi né dei mandanti né di chi sparò sul corpo di Vassallo i nove colpi di pistola, <resta il tempo sospeso, la necessità dolorosa, impellente di conoscere parole di verità, quelle definitive> .

         “Quel resta”, appunto, è ora il titolo del cortometraggio girato dal giornalista e “storyteller” Luca Pagliari e presentato in anteprima nazionale il 20 ottobre alla Camera dei Deputati. Un docu-testimonianze che è sì bello, ma – come dice Dario Vassallo (fratello del compianto sindaco) – arriva allo spettatore come un pugno nello stomaco e chiede verità a nome di milioni di persone.

        Girato tra Acciaroli e la riva del lago di Paterno, in provincia di Rieti, che il grammatico di era romana Marco Terenzio Varrone definì “l’ombelico d’Italia” (e per questo diventato luogo simbolico per mettere al centro la questione della legalità) nel cortometraggio, oltre alla voce di Dario Vassallo e dello stesso regista, c’è quella passionale di Gerardo Spira, il segretario comunale che lavorò gomito a gomito con Vassallo condividendone ogni sua rischiosa scelta, e di “Zì Achille”, l’anziano pescatore a cui il sindaco una volta confessò : <il mestiere di pescare non mi piace,  lo faccio solo perché non ho avuto altre possibilità di lavoro>.

        Testimonianze toccanti che fanno di “Quel che resta” una piccola ma significativa opera sulle scelte fuori da inciuci e compromessi di un politico-amministratore che – puntualizza Gerardo Spira – <non fu straordinario, ma semplicemente  sposò i principi della Carta Costituzionale per poter  far sentir tutelati nei loro diritti i cittadini>. Quel che resta oggi di Angelo Vassallo è l’ intrepidezza nell’aver gettato il proprio corpo nella lotta, il suo impegno civile come esempio per chi gestisce la cosa pubblica e si ostina ad operare nel recinto delle regole senza coltivare interessi privati. Quel che resta della memoria del sindaco- pescatore sono le sue visioni di territorio, le scomode delibere ed ordinanze che firmava (“sostituendosi allo Stato”), l’invito ai concittadini a tutelare la bellezza e il decoro urbano, rimane l’ostinazione della famiglia, dei fratelli Dario e Massimo nel ricerca la verità, resta la “Fondazione Angelo Vassallo” che ha prodotto il cortometraggio che è un canto alla legalità ed, innanzitutto, alla libertà.

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