” Ritratto della giovane in fiamme” di Céline Sciamma

UNA RECENSIONE-RACCONTO
A MIO MODO
PASSO PASSO
IN DIRETTA DEL FILM
RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME

di Rosanna Valentina Lo Bello

       Ogni Venerdì alle 21,15 su Cielo can 26 trasmettono un ciclo di film tutto al femminile intitolato LO SGUARDO DI LEI
Stasera il RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME (2019) della regista e sceneggiatrice francese Celine Sciamma.
All’inizio mi confondo un po’ perché il susseguirsi di immagini parole e scene del film all’ interno di uno studio di psicanalista non mi è molto chiaro e mi viene da pensare “oh che banda è?” (Tipico detto pisano)
       In ogni caso percepisco un’aria intrigante e ciò mi incuriosisce molto a tal punto da voler prendere carta e penna e scrivere per la prima volta comodamente sul mio divano la recensione di questo film in diretta, mentre lo sto vedendo (confesso che anche al cinema al buio spesso scrivo qualche appunto sul mio taccuino ma mai un’intera recensione!!). Mi rendo conto che in pratica si tratta di un’introduzione al film.
      Una donna (Rocio Munoz Morales) va nello studio del suo psicanalista e nel ruolo della paziente fa vari riferimenti al film vero e proprio che sta per iniziare, mentre il medico assume il ruolo del telespettatore che fa domande con interesse e curiosità perché vuole capire e nello stesso tempo giocare con la donna paziente che rappresenta il film.
È una clip trailer davvero originale che aprirà in maniera diversa, ma con gli stessi attori ogni film del ciclo di cui sopra.
       Ecco il film e rimango subito affascinata dai primi piani alle due donne Heloise e Marianne.
(Scatto delle foto dal mio cellulare verso la TV e sorrido perché ricordo che l’ultima volta che l’ho fatto ero adolescente e facevo foto ai gruppi musicali che mi piacevano guardando video music!!)
Penso guardandole che saranno il cuore e l’anima di questo film .
Il titolo del ciclo LO SGUARDO DI LEI è appropriato: c’è la regista che le guarda, loro due che si guardano, e io che le guardo!
Marianne è una pittrice affermata, famosa per il suo Ritratto di una giovane in fiamme e, da una domanda di una sua allieva a riguardo risale a un flashback e così ci spostiamo su un altro piano, quello dei ricordi e con esso nella doppia temporalità.
Comincio a sentire il sapore della raffinatezza con un gusto ricco di significati che questo film mi offre con una naturalezza spiazzante.
Mi dà e si dà da subito.
       Siamo nel 1770 in un’isola della Bretagna, Marianne viene ingaggiata da una Contessa affinché entro 7 giorni possa fare un ritratto alla figlia Heloise senza che lei lo sappia. La questione non è semplice perché quest’ultima si rifiuta in quanto è stata fatta rientrare dal convento per sposarsi al posto della sorella suicida con un nobiluomo milanese che vuole prima vedere il suo ritratto.
Heloise rifiuta questo matrimonio forzato e Marianne la inganna fingendosi dama di compagnia per poterla osservare attentamente e così disegnarla la notte.
Vedo che tra le due donne si crea da subito un’intesa a pelle fatta di sguardi intensi e di non detto ripresi sapientemente dalla regista, che ci offre anche un’ottima fotografia.
L’intesa tra loro è compatta in tutti i sensi e nella scena in cui Marianne suona al pianoforte l’Estate di Vivaldi è molto evidente.
      Nasce la passione tra le due donne fatta di sfumature sottili e delicatissime in un crescente erotismo .
Un film con immagini di forza sublimale sia per il taglio pittorico, ma anche per l’espressività delle due bravissime attrici.
Marianne finisce nei tempi predefiniti il ritratto che mostra alla Contessa stupita e soddisfatta, ma vuole mostrarlo lei ad Heloise per dirle la verità.
Discutono .Litigano. Heloise si sente tradita davanti al quadro che Marianne distrugge.
       Qui trovo un’intensità emotiva all’apice del loro sentimento che ancora non osano rivelare a loro stesse. Di colpo Heloise decide di posare per il ritratto con non poco stupore della madre e della stessa Marianne.
Vengono concessi altri 5 giorni gli stessi, in cui la madre deve assentarsi e ciò favorisce il loro approccio fisico.       Siamo in piena sfida amorosa in un’epoca in cui l’omosessualità è più che un tabù.
Le continue immagini del fuoco che brucia mi riportano a questa passione crescente che deve essere nascosta a tutti e le continue corse verso il mare al grande desiderio di libertà, anche nel senso stretto propriamente femminile.
       Ecco ora una scena di notte dove a letto Marianne si accorge di avere il mestruo e mi rendo conto di come la regista abbia trovato un modo così delicato e sensibile per portarci ancora di più dentro una naturale intimità che si espande non solo tra le due donne protagoniste ma coinvolge anche la giovane domestica Sophie nel momento in cui viene aiutata dalle due ad abortire, prima in una sorta di rito che fallisce e poi tramite una donna di mestiere, che trovano in un bosco dove c’è una festa tra donne.
       Vedo continui riferimenti ai diritti delle donne.
Con la domestica creano un rapporto di amicizia, giocano a carte e leggono nella Metamorfosi di Ovidio il mito di Orfeo ed Euridice. Voglio sottolineare questa complicità femminile che crea calore dentro un’atmosfera di luce di candele e zone buie che accolgono senza inquietare l’amore che avanza.
Devo dire che trovo alquanto strane, se pur interessanti da esaminare, certe scelte registiche nella scena che porta all’aborto della domestica .
        Heloise e Marianne dopo il rito notturno si baciano per la prima volta confermando il loro amore sbocciato e nel contempo accompagnano Sophie ad abortire e per di più sopra un letto dove ci sono due bimbi piccoli che le toccano il viso!!
Sono rimasta perplessa e così anche Heloise che colpita emotivamente da questa immagine si fa ritrarre da Marianne con la cameriera distesa a gambe aperte nella stessa scena dell’atto abortivo.
Intanto sono trascorsi i 5 giorni e torna la madre che trova il ritratto finito. Marianne vorrebbe distruggere anche questo ritratto perché sa che porterà Heloise da un altro .
In questi giorni hanno dormito insieme con una delicatezza poetica e una passione sfrenata.
Ora costrette a separare il loro destino litigano e si immergono nei loro sguardi e silenzi pieni di sentimento.
Marianne disegna su un medaglione Heloise e dà a lei, a pag 28 della Metamorfosi, un suo autoritratto. Il saluto è straziante con l’ultimo sguardo ad Heloise in vestito da sposa.
        Finisce il flashback e sono passati diversi anni. Marianne rivede 2 volte Heloise. La prima durante una mostra la vede ritratta in un quadro con la figlia e il libro La Metamorfosi aperto a pag 28 e qui nel sorriso stupito e complice di Marianne passa il ricordo di un amore intenso vero e indimenticabile.
La seconda volta la vede al teatro senza essere vista e la osserva intensamente. Stanno suonando l’Estate di Vivaldi la stessa che lei suonò ad Heloise.
       Ora lei la osserva incantata dalle espressioni del viso di Heloise che dal sorriso passa al pianto attraversando a livello emozionale tutti i suoi ricordi del rapporto di amore con Marianne. E non sa che nello stesso momento, nello stesso teatro anche Marianne sta vivendo le stesse sensazioni.
       Questa è la sequenza finale e meglio di così questo film non poteva finire. Bella la storia così ricca e ben delineata in ogni sfumatura. Bravissime le attrici- Complimenti alla regista che ne ha scritto anche la sceneggiatura.                    Lo consiglio viva-mente

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