” Restos Do Vento” di Tiago Guedes

nota di Laura Menesini

        Il film inizia con una festa pagana durante la quale i ragazzi mascherati da jolly/pecorai, col volto coperto, possono importunare le ragazze “colpite dal vento” e quindi in grado di peccare. Si tratta di una sorta di rito iniziatico per i ragazzi costretti, a suon di scudisciate, a bere e a mostrarsi nudi.

       Durante questa “festa” Laureano viene picchiato selvaggiamente. L’ambiente retrivo è già perfettamente mostrato, tradizioni pagane per tenere a freno la sessualità delle femmine e dare spazio a quella maschile. È un inizio molto coinvolgente, da pugno nello stomaco.
Dopodiché passano i titoli e il film inizia ufficialmente.

       Laureano vive isolato, è il matto del villaggio, quelle figure che sempre cerchiamo come capri espiatori del male del mondo, gli unici suoi amici sono un gruppo di cani randagi, odiati dai perbenisti. Il paese ha abolito la festa ma non il contenuto, ossia la possibilità di importunare le ragazze per farle assoggettare alla volontà maschile. Da questa premessa il dramma di Laureano.
La fotografia sempre scura rende perfettamente il clima del paese portoghese nella “ricca e civile” Europa.

 Restos Do Vento
Paese, anno: Portogallo, 2022
Durata: 127′
Regia: Tiago Guedes
Interpreti: Albano Jerónimo, Nuno Lopes, Isabel Abreu, João Pedro Vaz, Gonçalo Waddington, Leonor Vasconcelos

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