“Nosferatu compie 100 anni” di Andrea Appetito

        Nosferatu compie cento anni. Tanti auguri al “non spirato”, sempre nell’ombra a guardare di nascosto, perfido e vulnerabile. Quanta tenerezza nel suo sguardo dimesso, nelle mani affusolate e cadaveriche abbandonate sulle rotule fredde. Dovrebbe imparare dai vampiri veri che non dormono dentro bare coperte di terra appestata, non sognano selvaggi poemi d’amore, ma agiscono alla luce del sole.

       Nosferatu invece è l’eroe del cinema muto, il terrore silenzioso che affiora dallo schermo di luce e ci viene incontro da lontano. Nietzsche diceva di Socrate: “È stato il primo grande greco ad essere brutto”, eppure rimestava la pulsione sessuale del più bello tra i greci, Alcibiade.

      Nosferatu agiva allo stesso modo sui cinefili che un tempo si abbandonavano lascivi sulle poltroncine di velluto rosso in attesa di essere vampirizzati nel buio della sala.

       Socrate e Nosferatu: due grandi “erotici”. Qualche anno fa, nel cimitero berlinese di Stahnsdorf, qualcuno ha decapitato la salma di Murnau, il regista di Nosferatu; da allora la testa non si è più ritrovata. Chi può aver profanato la tomba, trafugato la testa? Nessuno ha mai pensato alla cosa più ovvia e oggi Nosferatu, la creatura, festeggia il suo centesimo compleanno con la testa del creatore sotto il braccio. 1922-2022.

       Ci piace ricordare Nosferatu piuttosto che la marcia su Roma, c’è infatti nel “non spirato” una carica vitale di gran lunga superiore alla passione del fascismo per la morte. Nosferatu desidera ciò che non ha e vive, si fa per dire, tra la fiction e la realtà e nel buio della sala guarda gli spettatori con struggente desiderio.

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