“Sportiva” di Francesco Gallo

“SPORTIVA” IL NUOVO FILM DI FRANCESCO GALLO CHE DOCUMENTA 160 ANNI DELLO SPORT IN ITALIA.
di Mimmo Mastrangelo
                     Sì, gli italiani un popolo di sportivi. Dall’Unità d’Italia ad oggi gli sport hanno costituito una sorta di “specchio segreto” del Paese, nonché un simbolo primario della cultura popolare.
Quando venne proclamato il Regno d’Italia medici ed educatori denunciarono le pessime condizioni fisiche degli italiani, tant’è che la questione finì in Parlamento suscitando persino l’interesse di Garibaldi, D’Azeglio, Pellico, Mazzini, i quali riconobbero l’importanza dell’esercizio fisico persino ai fini del rafforzamento dello spirito patriottico.
Parte da qui il docu-film “Sportiva” in cui il regista Francesco Gallo, su una montagna di materiale d’archivio, rivisita per lo schermo gli eventi e i trionfi dello sport italiano nel corso di 160 anni.
Un lunghissimo nastro che srotola la storia da quell’8 novembre del 1889, quando al velodromo di Torino si gioca il primo quadrangolare di calcio ( il Genoa batte in finale l’Internazionale Torino per 2-1), fino al mondiale femminile del 2019 che ha visto salire alla ribalta le audaci calciatrici della ct Milena Bartolini.
Un cineromanzo di quasi tre ore in cui si rievoca, inoltre, la grande e sfortunata impresa alle olimpiadi di Londra del 1908 del garzone di Carpi, Dorando Pietri, che perde la maratona per debito di ossigeno e l’aiuto avuto dagli stessi giudici nel tagliare il traguardo. Dopo le affascinanti immagini su Pietri, “il più grande perdente di tutti i tempi”, ecco passare quelle dei trionfi nel ciclismo di Costante Girardengo e dell’ emiliana Alfonsina Strada , la prima donna a partecipare nel 1924 al Giro d’Italia.
Con gli anni trenta il calcio diventa, insieme alla boxe e al ciclismo, la disciplina più popolare e questo grazie alla vittoria degli azzurri di Vittorio Pozzo al mundial del 1934 e a quello successivo.
Nel secondo dopoguerra, mentre sul grande schermo lo sguardo neorealistico di De Sica, Rossellini , Visconti si fa ritratto della nazione, il leggendario Torino di Valentino Mazzola si aggiudica quattro scudetto di seguito fino alla tragedia di Superga del 4 maggio del 1949 che fa piangere il calcio mondiale. E’ un tempo questo in cui il Paese va trasformandosi e sullo sfondo dei suoi progressi ecco venir fuori nello sport la rivalità tra Coppi e Bartali, mentre con le Olimpiadi “dal volto umano” di Roma del 1960 il tricolore si alza alto grazie a Livo Berruti che conquista oro e record mondiale sui 200 metri.
Correndo veloci con gli anni si approda al mondiale del Messico del 1970 con l’Italia di Valcareggi che gioca “la più bella partita del secolo” battendo in semifinale la Germania per 4-3, ma si vede strappare la Coppa Rimet dal più grande Brasile di ogni tempo.
L’Italia del tennis nel 1976 trionfa nella Coppa Davis col Cile e si ritrova pure al centro di un caso politico: nel doppio Panatta e Bertolucci decidono di indossare una maglietta rossa in segno di protesta al regime di Pinochet.
Alle Olimpiadi di Mosca del 1980, dopo un’eroica rimonta la “freccia del sud” Pietro Mennea si aggiudica l’oro, invece due anni dopo al Bernabeu di Madrid la nazionale di Bearzot, sotto lo sguardo appassionato del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, porta in bacheca la terza Coppa del Mondo.
Negli ultimo quarantennio l’Italia dello sport non mancherà di centrare altre importantissime vittorie, le quali vengono narrate da Francesco Gallo con dovizia e sempre incrociando i fatti principali di politica, cronaca, costume. Il film del giovane regista cosentino forse è un po’ lungo per i tempi del passaggio nelle sale, ma assolutamente bello, dettagliato nel descrivere come gli italiani, nelle epoche, si sono aggrappati al sogno, inseguendo una volta la traiettoria di un pallone, un’altra la corsa di una bicicletta o l’impresa epica di un connazionale in una maratona.

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