“Chiude la storica sala “Azzurro Scipioni” del regista Silvano Agosti

di Mimmo Mastrangelo

Quante volte sentiamo affermare da politici ed amministratori che il cinema (e la cultura tutta) è il perno della civiltà di un Paese? Ma poi nei fatti constatiamo che la loro è solo la solita frase di circostanza, “sincera – per dirla con lo stesso Silvano Agosti – nell’obbligo di manifestare una pubblica menzogna”.
Infatti, a parte l’ex-vicesindaco di Roma, uscito dalla giunta proprio il giorno dopo il suo interessamento, non c’è stato nessuno tra chi ricopre una funzione pubblica che abbia avvertito la necessità di non far calare definitivamente la saracinesca dell’Azzurro Scipioni, cinema aperto nel 1982 dal regista e montatore Silvano Agosti.
Per scongiurare la chiusura delle due salette ( Lumiere, Chaplin) del quartiere Prati, dove per trentanove anni, tutti i santi giorni, si è programmato solamente cinema d’autore, non sono bastate le oltre seimila firme di sostegno alla causa di Silvano Agosti, né le migliaia di euro raccolte in crowdfunding per alleggerire i costi del fitto dei locali. Nonostante la chiusura imposta alle sale cinematografie per la pandemia e una situazione già pesante da lungo tempo per il settore, Silvano Agosti mai avrebbe immaginato che le luci del suo cinema si sarebbero spente per sempre.
Una ferita profonda, una sconfitta per tutto il cinema italiano, anzi per il cinema del mondo perché la grande arte delle immagini in movimento non andrebbe mai catalogata per nazionalità. E’ sempre planetaria.
Questo eccellente cineclub che è stato nei suoi decenni di programmazione l’Azzurro Scipioni ha fatto, inoltre, da presidio del pensiero filmico e poetico di Agosti di cui non possiamo non ricordare quei suoi intensi lavori sulle proteste operaie e studentesche degli anni sessanta-settanta (“Prendiamoci la vita”), sulle disumane condizioni degli ospedali psichiatrici (“Matti da slegare” girato con Marco Bellocchio), sui sentimenti e le avventure interiori (“Quartiere”, “Uova di garofano”, “L’uomo proiettile”).
L’Azzurro Scipioni è stato uno spazio di lotta per far affermare l’onda lunga della diversità del cinema d’autore da quello industriale che annulla la libertà della creatività.
E’ stato il luogo di un sogno che mette radici nella realtà per convincersi che il cinema può essere alla portata di tutti e rappresentare < >.
Silvano Agosti si è promesso che aprirà una nuova sala in cui continuerà a proiettare solo capolavori della cinematografia di tutti i tempi. Intanto, tra le note meno di dolenti di questa storia è che parte delle pellicole ( e dei proiettori in disuso) dell’Azzurro Scipioni andranno ad arricchire il patrimonio della Cineteca Lucana di Oppido Lucano nella quale già tempo è presente un “fondo” di materiali filmici di Agosti. C
Certo, per la Cineteca Lucana è importante questa nuova acquisizione, ma il fatto che quel “cinema atleta” proiettato all’Azzurro Scipioni (“l’unica sala che ama gli spettatori”) abbia dovuto arrestare forzatamente la sua corsa rimane una pesante perdita culturale. Per tutti.

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