“Nel centenario della nascita di Rocco Scotellaro” di Mimmo Mastrangelo

CENTENARIO DELLA NASCITA DI ROCCO SCOTELLARO: UN CORTO  “TRACCE DI ROCCO”  DI MARINA RESTA  E ” ROCCO SCOTELLARO” DI MAURIZIO SCAPARRO (1979) CON IL GRANDE BRUNO CIRINO NEI PANNI DEL “POETA-SINDACO” DI TRICARICO…

di Mimmo Mastrangelo
      

       Rocco Scotellaro aveva un amore per il cinema che sicuramente maturò già durante gli anni del liceo a Trento, dove, anche per tramite del suo compagno Alfredo Pieroni ( sarà cinecronista e poi grande firma del Corriere della Sera), iniziò a leggere le principali riviste specializzate del tempo.

        Agli inizi degli anni quaranta con competenza scrisse di cinema per un periodico di Potenza, ma Scotellaro non si cimentò solo nell’analisi dei film, su sollecitazione di Carlo Levi e Ninuccia Saba, fu coinvolto nell’estensione di una sceneggiatura per portare sullo schermo “Cristo si è fermato a Eboli”, ma le riprese del film (che avrebbe dovuto girare Roberto Rossellini) non iniziarono mai, e “Il Cristo” rimarrà un progetto accantonato in un cassetto ancora per molto tempo.

        Scotellaro, inoltre, scrisse fra il 1950 e il 1952 dei propri soggetti per il grande schermo su temi (e figure) che aveva già toccato nelle poesie e nei racconti che i lettori conosceranno solo dopo la sua precoce morte, avvenuta a trent’anni nel 1953.

       Il rapporto che Scotellaro ebbe col cinema rimane ad oggi una delle pagine meno conosciute del suo lavoro creativo, per cui tanto ci sarebbe da indagare per riportare alle luce documenti ed articoli. Intanto, volendo considerare il materiale audiovisivo che ha portato sugli schermi di Scotellaro la sua esperienza di intellettuale e politico, c’è da ricordare un documentario che nel 1962 il fotografo e regista Mario Carbone realizzò montando – con voce fuori campo – delle istantanee in bianco e nero (ora di proprietà del comune di Tricarico) scattate due anni prima, durante un viaggio in Basilicata con Carlo Levi. Tra i fermo-immagine si vede anche un’affranta Francesca Armento, la madre di Rocco, ripresa nel cimitero davanti alla tomba del figlio.

        Nel 1979 il regista teatrale Maurizio Scaparro girò a Tricarico “ Rocco Scotellaro” un eccezionale film per la tv (riproposto ora da Raiplay) con protagonista uno dei più bravi attori del nostro cinema, Bruno Cirino (1936-1981), il quale del Nostro ne esalta la figura del movimentista, del capopopolo che sprona i contadini della sua terra ad essere autonomi nella lotta di emancipazione.

       Dovranno passare più trent’anni per rivedere sugli schermi un altro lavoro sul “poeta-sindaco” di Tricarico: nel 2010 Pupi Avati decide di sostenere con la sua società di produzione un documentario, che verrà proiettato su TV2000 e vedrà dietro la macchina da presa il regista Luigi Boneschi il quale, su un pugno di testimonianze, costruisce i tratti salienti della vita di una delle più importanti figure del Meridionalismo del novecento.

       Infine, nell’ambito delle iniziative promosse per il centenario della nascita del poeta lucano, è stato presentato a Matera qualche giorno fa, in anteprima nazionale, “Tracce di Rocco” (2023) di Marina Resta , un cortometraggio coi versi di Scotellaro a fare da filo conduttore ad un dispositivo in cui le immagini della regista si sovrappongono a quelle di documentari e cinegiornali girati nei decenni addietro in Lucania. Un incastro di immagini di ieri e di oggi in cui la Basilicata del presente non sempre si propone in realtà dinamica. Tutt’altro, se si pensa ai complessi industriali del materano su cui furono investiti ingenti capitali e manodopera ed ora ridotti a desolanti cattedrali nel deserto. In linea di massima Matera (quella di “Capitale della Cultura 2019”), Tricarico, il litorale lucano ionico – è vero – non hanno più “la faccia dei posti dove il tempo e la storia si fermarono”, ma così come li vediamo nel corto di Marina Resta sono davvero “l’alba del nuovo giorno”, la realtà che immaginava di codificare, affermare in un futuro Scotellaro col contributo e il protagonismo dei suoi fratelli-contadini?

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