“Preparativi di fuga” di Tommaso Cotronei

di Mimmo Mastrangelo

preparativi_2-2E’ un cinema politico quello di Tommaso Cotronei, non tanto per le attenzioni rivolte a mondi marginali, quanto per il dispositivo di immagini che scaturiscono da quei mondi.

Calabrese della provincia di Vibo Valentia, di “un posto – dice lui stesso – dove non c’è niente, neanche la mafia, tanto è povero”, Cotronei fa parte di quella schiera ristretta di cineasti non incline a frivoli scenari, ma che te la puoi ritrovare selezionata (anche a riscatto dello stesso sistema cinema italico) a vetrine non di seconda mano come Locarno, Pesaro, Montepellier, Parigi.

In questo 2010 la critica ha tanto celebrato Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, un film (si deve ammettere) di grande poesia e atmosfere, che per associazione d’idee, per la comunanza dei posti rurali, l’asperità dei territori calabri riportati sullo schermo può fare il paio con “Preparativi fuga” (2008) di Cotronei. Ma la radicalità del pensiero filmico di Tommaso Cotronei si sposta oltre, verso un’ orbita dove la modernizzazione in certi territori interni del Pese è risultata la grande speranza delusa, con i padri pastori e contadini schiacciati dentro un’economia depressa e senza domani e i figli ( anche loro spogliati di bagaglio culturale e di orizzonti futuri) con il tormento e le incertezze se abbandonare o meno le montagne da cui, probabilmente, non si sono mai mossi.

Il senso angoscioso di “Preparativi di fuga” sta dentro questa prospettiva spezzata, dentro una frase di Simone Weil lasciata scorrere da Cotronei in coda e che riporta “lo spettacolo dei figli condannati a condurre la medesima esistenza (dei padri) non impedisce di sentirne dolorosamente il vuoto ed il peso. Questo vuoto pesante fa molto soffrire. E’ sensibile anche a molti di coloro che sono senza cultura e di debole intelligenza”.

Ma il film di Cotronei nei suoi tempi “morti”, nei suoi spazi concentrati, nei suoi respiri affaticati sa regalare anche istantanee di puro lirismo. Il gregge al pascolo, la zappa che smuove la terra, la donna che cammina con il rosario in mano, il bambino con il pallone seduto sui gradini di un portone, la vecchina che si prepara il caffè su un antico cucinino, i raccolti momenti di un rito religioso fanno da contrappunto a scosse di modernità (i rantoli che giungono da un canale televisivo Mediaset, la Peugeot 105 che imbocca più volte l’entrata del casello dell’autostrada e poi ritorna dietro) che vorrebbero dare un passo più accelerato ad una realtà che appare dismessa persino da se stessa.

Film (bianco e nero) senza voci eppure risonante di rumori che giungono come se fossero impronte e particolari di un timbro sonoro, “Preparativi di fuga” è un ritornello visivo (dall’estetica curatissima) in cui un piccolissimo mondo, una comunità strettissima sembra avviarsi ad congedo definitivo, eppure non la si riesce ad immaginare morente anche per le suggestioni che Cotronei sa infondere col suo occhio .


Preparativi di Fuga

show_img.phpRegia: Tommaso Cotronei

soggetto: Tommaso Cotronei

sceneggiatura: Tommaso Cotronei

musiche:

Arvö Part

Philippe Glass

Alexander Balanescu

Rino Gaetano

montaggio: Tommaso Cotronei

costumi: Tommaso Cotronei

scenografia: Tommaso Cotronei

fotografia: Tommaso Cotronei

suono: Tommaso Cotronei

produttore: Tommaso Cotronei

Anno di produzione: 2008

Durata: 38′

Tipologia: documentario

Paese: Italia

Produzione: Stig Dagerman Film

Formato di ripresa: Mini DV

Formato di proiezione: Beta Digital e Betacam SP, bianco/nero

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