di Gianni Quilici
E’ un film che colpisce per la sua implacabile, geometrica lucidità, come fosse lo svolgimento di un teorema, in cui, dato un assunto, il risultato sarà inevitabile.
L’assunto: un torto subito dalla protagonista da bambina. Il risultato perseguito: la vendetta. Una vendetta, per così dire, illuministica, giocata tutta sul filo di un’intelligenza fredda, calcolata (ma noi non lo sappiamo), che taglia ogni compassione, usando con diabolica abilità la capacità seduttiva della protagonista su un soggetto fragilissimo, che ha bisogno di amore-protezione-sicurezza.
E’ un film che rimane scolpito, perché si scandisce attraverso sequenze visive-musicali, in cui le ambiguità delle immagini lasciano la storia aperta e emozionante con, in più, il volto di due attrici rilevanti: Catherine Frot, con il volto fragile e indifeso, percorso da paure profonde che la paralizzano; Déborah Francois, la bionda col bambino di L’enfant, con la faccia risoluta e imperscrutabile, di chi può fare tutto.
Il finale è secco nella sua crudeltà e limita il film, lo circoscrive. Non una grande metafora, ma quella storia, sia pure perfettamente rappresentata.
da La linea dell’occhio n. 57
La voltapagine
Titolo originale:La tourneuse de pages
Regia: Denis Dercourt
Sceneggiatura:Denis Dercourt e Jacques Sotty
Interpreti e personaggi
* Catherine Frot : Ariane Fouchécourt
* Déborah François : Mélanie Prouvost
* Pascal Greggory : Jean Fouchécourt
* Xavier De Guillebon : Laurent
* Christine Citti : Madame Prouvost
Fotografia: Jérôme Peyrebrune
Montaggio: François Gédigier
Musiche: Jérôme Lemonnier
Scenografia: Antoine Platteau
Nazione: Francia
Anno: 2006
Durata: 85′