“Rize” di David LaChapelle

di Daniela Catelli

Giovanissimo e già famosissimo, da sempre associato al glamour delle star, ultimo fotografo di Andy Warhol, rutilante protagonista dell’immaginario di una generazione non ancora quarantenne che lo ha adottato come idolo, David LaChapelle ci sorprende con Rize, uno dei più bei film sulla danza mai realizzati.

Un documentario girato in sequenza, che racconta il diffondersi della krump dance, danza urbana dalle inconsce radici tribali ma soprattutto occasione di riscatto per i giovanissimi abitanti del famigerato ghetto losangeleno di South Central, protagonista di rivolte ed episodi tristemente noti e rievocati all’inizio del film.

Il regista ci presenta i membri di queste “gang” che si scontrano solo sul piano puramente fisico della performance artistica. La danza diventa, per questi ragazzi, non solo espressione di rabbia e aggressività, ma anche esaltazione dello spirito. I variopinti clown e gli scattosi krumper si sfidano in una battaglia che ha solo vincitori: la vittoria di chi ha scelto, per quanto possibile, di non morire di morte violenta entrando consapevolmente in un vicolo cieco, ma di avere almeno una speranza e una via d’uscita.

Girato in digitale e attento ai colori, ai corpi, agli impossibili movimenti di bellissimi corpi sudati, Rize riesce a comunicarci il ritmo e la passione, la cultura di una musica ben diversa da quella rissosa e machista del rap, in cui l’essere umano ha dignità di per sé, indipendentemente da sesso, origini e credo religioso.

da La linea dell’occhio 56

RIZE
Rize – Alzati e balla
di David LaChapelle.
durata 86 min. – USA 2005.


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