“La stella che non c’è” di Gianni Amelio

di Roberto Costa

La centralina per la sicurezza di un altoforno. L’acciaio. Quello dolce e quello tenace. Un operaio. Una ragazza. Due paesi. Apparentemente lontani fra loro. Lontanissimi. Un viaggio. Per scoprire quanto occidente si nasconde in oriente. E quanta Cina in Italia.

L’idea del film, ispirato a un imprescindibile romanzo di Ermanno Rea (La dismissione), è straordinariamente poetica e politica e utopica. Cioè apparentemente fuori tempo. Una fabbrica italiana dismessa svende un altoforno ai cinesi, che se lo smontano e se lo portano via. L’operaio “non ancora” dismesso Vincenzo Buonavolontà (Vincè!), che dell’altoforno era il manutentore, va fino in Cina per portare ai nuovi acquirenti un oggetto – la centralina appunto – che altro non è che “l’eredità” più importante che la nuova industria (e società) cinese – il nostro futuro?! – ha “dimenticato” di caricare sul portabagagli dello sviluppo: l’umanità. La stella che manca dalla bandiera nazionale del nuovo colosso economico mondiale. Come sussurra in uno splendido italiano Tai Ling. D’altronde Vincè-Castellitto sa che quella stella è mancata pure al suo paese, che ha svenduto l’industria – quella che avrebbe dovuto essere il collante moderno della sua civiltà – con tutti gli annessi e connessi, altiforni ed operai inclusi nel prezzo.

Due paesi con un solo film. Solo ai grandi raccontatori (e viaggiatori) riesce. Gianni Amelio è tra loro. Tra i pochi ad aver capito che per raccontare la realtà complessa e sfaccettata di oggi bisogna mettersi in gioco come artisti e come individui. Bisogna mischiare le carte. Sfaccettare e moltiplicare i sensi, lo sguardo, la visione, il Cinema. Sceneggiare e documentare allo stesso tempo. Aver vissuto, vivere, far vivere. Il pianto di Vincè ne è l’espressione più folgorante.

LA STELLA CHE NON C’E’

REGISTA: Gianni Amelio
INTERPRETI: Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Enrico Vanigiani,Roberto Rossi, Hiu Sun Ha
SCENEGGIATURA: Gianni Amelio, Umberto Contarello
FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
SCENOGRAFIA: Attilio Viti
MONTAGGIO: Simona Paggi
COSTUMI: Cristina Francioni
MUSICHE: Franco Piersanti
PRODUZIONE: Italia: 2006
DURATA: 104′


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