“Pompei. Eros e mito” di Pappi Corsicato

di Mimmo Mastrangelo

                E’ semplicemente regale Isabella Rossellini che si aggira ammaliata tra le sontuose rovine della città che fu cancellata dalla lava del Vesuvio. L’attrice e modella è la voce narrante in “Pompei. Eros e mito”, l’ultima impresa di Pappi Corsicato il quale, da lunghi anni ormai, con un occhio particolare filma l’arte andando ben oltre la stessa arte.
        Il regista napoletano, uscendo dal solito cliché classico del documentario, allega in forma di fiction una lettura contemporanea alle vicende mitologie rappresentate sugli affreschi della Pompei antica. La quale, con i quasi quattro milioni di visitatori all’anno, è il sito archeologico più conosciuto e famoso nel mondo. Un contesto urbano che quando vi si entra < <è come se si stesse vivendo davvero nell’antichità, nella città che era andata persa e fu riportata alla luce al tempo dei Borboni>>.
        Con il suo sguardo Pappi Corsicato punta a lasciar rinvenire da un ambito fantastico, religioso, pagano il fascino di questo posto. A Pompei si scopre il mito che va dritto al cuore degli uomini, al loro ideale, alla relazione che hanno con l’immortale. < >.
        Gli scavi, appunto, sono ancora oggi quell’unicità per cui il reale può essere risucchiato nella leggenda. E tra le leggende più rappresentate sulle pareti delle rovine c’è quella dell’amore fra Zeus (che si trasforma in un cigno), e la regina Leda, un legame che dalle espressioni dei corpi dei reperti non si riesce a capire fino in fondo se sia stato vissuto consensualmente o meno.
      Nel mondo romano i gladiatori potevano divenire dei miti, degli eroi, dei sex-symbol e i graffiti presenti negli scavi pompeiani ne danno testimonianza: < >. Infatti, l’artista spagnolo cambiò stile dopo essere rimasto completamente stordito dalla bellezza impressa sulle mura della “Villa dei misteri” in cui, tra l’altro si specchia, l’amore tra la giovane Arianna e il Dio del vino, Bacco.
      Il viaggio nel mito pompeiano di Corsicato prosegue alla scoperta del culto della regina egiziana Iside, oltre a quello di Venere e della bellissima e crudele moglie di Nerone, Poppea Sabina la quale ostentò modestia ma praticò la lussuria.
       Nel 79 d. C. il Vesuvio eruttò e si portò via le città di Ercolano e Pompei, nel film le voci di esperti, tra cui quella dell’archeologo lucano Massimo Osanna, spiegano come questa devastazione, paradossalmente, ha significato nel tempo la fortuna di Pompei.
      E non per caso anche Goethe a suo tempo riconobbe che nessuna catastrofe ha portato tanta gioia ai posteri quanto la cancellazione della città antica.
       Prodotto da Sky e Nexo e in circuito nelle sale italiane da qualche giorno, “Pompei. Eros e mito” è uno sguardo lungo sulla città campana dove un tempo prosperarono sì lussuria e peccato, ma nel suo cuore visse una civiltà mossa dal genio, ispirata dalla bellezza. Per fini uditi si presta la colonna sonora di Remo Anzovino.

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