Sono passati esattamente dieci anni (e qualche mese) da quando Giovanna Curcio, 16 anni di Casalbuono, e Annamaria Mercadante, 49 anni di Padula, persero la vita nell’incendio che si sviluppò nei locali del materassificio Bimaltex di Montesano Scalo, dove lavoravano dieci ore al giorno per due euro l’ora. Per la tragica morte delle due operaie, i giudici hanno condannato due anni fa alla pena di otto anni Biagio Macieri, il proprietario del laboratorio collocato in un fatiscente sottoscale di un palazzo del centro del salernitano.
Ispirandosi al fatto di cronaca della Bimaltex, il regista Andrea D’Ambrosio, dopo le ottime prove di “Biutiful Cauntri” e “Campania Burning”, ha girato nell’entroterra irpino (Montemarano) la sua prima opera di fiction. “Due euro l’ora”, questo il titolo del film, è uscito lo scorso maggio nelle nostre sale scontando, come era prevedibile, il disagio della distribuzione di cui sono vittime tutti i piccoli film prodotti in Italia.
Ciononostante, la pellicola è stata accolta con giudizi apprezzabili in molti festival internazionali, in ultimo è stato presentato come unico lavoro italiano (insieme il superpremiatissimo “Fuocammare” ) all’ Human Rights Films Days, manifestazione organizzata dalla Comunità Europea e svoltasi dal 6 al 12 dicembre in diverse città della Turchia.
Scritto insieme a Donata Carelli, prodotto dalla Acab Film di Enzo Porcelli con il contributo di Rai Cinema e del Ministero per le Attività e i Beni Culturali, “Due euro
l’ora” non è certamente un lavoro perfetto: difetta nel registro della sceneggiatura e in alcune scene le sbavature sono evidenti (vedere quando i carabinieri entrano nel laboratorio di tessuti per delle perquisizioni e si ritrovano macchiettisticamente a prendere il caffè con il proprietario), il regista (tra i nostri più bravi documentarista), sicuramente avrà pagato lo scotto delle sua inesperienza con la sintassi del cinema di finzione e, ciononostante, il suo lavoro è credibile.
Fa toccare con mano e guardare in profondità un tema delicato di stretta attualità (lo sfruttamento e la derubricazione dei diritti sul lavoro ), facendo affidamento anche sul tratteggio delle caratteristiche delle due protagoniste: Rosa che ha il volto della diciassettenne Alessandra Mascarucci alla sua prima esperienza sul grande schermo, e Glady una bravissima e convincente Chiara Baffi la cui lunga esperienza in teatro si evince eccome dagli sguardi, dalle movenze, dalla recitazione. La battaglia e le rivendicazioni delle due donne contro un perfido datore di lavoro (Peppe Servillo) fanno di “Due euro l’ora”, oltre un film su un asfissiante contesto sociale, anche una storia di una solida amicizia (e complicità) spezzata solo dalla morte.
Efficaci le musiche di Fausto Mesolella.
DUE EURO L’ORA
regia Francesco D’Ambrosio
interpreti: Chiara Baffi, Peppe Servillo, Alessandra Mascarucci, Paolo Gasparini.
musiche: Fausto Mesolella
fotografia: Giulio Pietromarchi