Un amico all’uscita del film mi ha detto:” Sì, mi è piaciuto, ma è un po’ lento”.
Per me “La spia. A most wanted man”, tratto da un romanzo di John Le Carré, è il piacere del cinema. Una storia intensa, fluida narrativamente, senza bisogno di sparatorie e spericolati inseguimenti, ben realizzata dal regista Anton Corbijn che, anche come fotografo, conosce bene la forza di immagini in chiaro scuro in una Amburgo visualizzata spesso con uno stile di tipo espressionistico.
Un thriller politico ed insieme esistenziale che, attraverso le “spie”, indaga il potere, nello scontro tra le grandi potenze e fa trapelare la solitudine e l’impotenza di masse sterminate di uomini in fuga dalle guerre e dalle torture, attraverso le vicissitudini di un giovane profugo ceceno.
Punto di forza del film, che lo distaccherà da altrettante pellicole pregevoli, è Philip Seymour Hoffman (agente speciale Gunther Bachmann nel film), come personaggio, come interprete, come testimonianza di sé.
Come personaggio, perché è complesso e diviso: spregiudicato e determinato, ma con un fondo di coscienza umana.
Come interprete perché riesce a scolpire fisicamente e psicologicamente le complesse sfaccettature della personalità del protagonista: inflessibile e insoddisfatto, strumentale e intelligente, minaccioso e dolente, in un corpaccione silenzioso e pesante, ma, quando serve, veloce e scattante.
Come testimonianza di sé, perché la sua tragica morte può essere rappresentata negli occhi di Gunther che sembrano non vedere più futuro, occhi “in sé”, dentro un dolente, inesorabile “male di vivere”.
Così come la beffa finale, la sequenza più riuscita del film nella sua poetica secchezza, la sconfitta della sua strategia così ambiziosamente perseguita può facilmente assumere il senso di una metafora dell’uomo Philip Seymour Hoffman, suggerendo che quegli stessi occhi privi di futuro di Gunther sono anche gli occhi più veritieri che, in quel momento, lo stesso Philip Seymour Hoffman abitava.
Gli altri personaggi del film sono un po’ manierati, finalizzati all’intreccio del film, senza avere una loro spiccata individualità.
Tra gli attori merita una menzione speciale Willem Dafoe, che mostra la sua duttilità nell’interpretare un ricco banchiere pieno di sensi di colpa.
La Spia – A Most Wanted Man
Un film di Anton Corbijn.
Con Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Daniel Brühl.
Titolo originale: A Most Wanted Man.
Germania, Gran Bretagna, USA 2014.
Durata: 122 minuti.