di Gianni Quilici
Lui già anzianotto ha lasciato la moglie per paura della propria senilità e ha iniziato una relazione (divenuta matrimonio) con una escort tanto vistosa quanto oca. Lei, “svitata e sognatrice”, si è affidata completamente alle ‘previsioni’ di una maga “ciarlatana”, e ha adocchiato un signore vedovo “rotondo e innocente come lei”. La loro figlia ha un marito scrittore fallito e lavora con un gallerista, che inizia a piacerle… Il marito ha nel frattempo adocchiato una bellissima dirimpettaia in rosso, suonatrice di chitarra, già fidanzata, e inizia ad uscire con lei…
E’ un girotondo di umanità colta nelle sue (parodistiche) debolezze, amori finiti, cercati, sublimati, fraintesi, traditi, che presenta un Woody Allen “spumeggiante e impertinente” (Mariuccia Ciotta).
Non c’è nel film nessun personaggio che abbia consapevolezza di sé e di chi ha accanto o di fronte. Tutti interessanti come personaggi, perché visti dall’interno, ma mediocri. Vivono di sentimenti istintivi, quindi brevi, di illusioni, di ipocrisie facili a diventare divertita parodia.
L’unica consapevolezza del film è nel regista, è in Woody Allen, che li osserva con distaccata ironia, in cui al fondo vive l’amarezza di chi non si fa illusioni, che ci sia “altro”.
Ha dichiarato, infatti, il regista:
“La vita è triste, è un incubo, io sono pessimista.. il mio punto di vista è che bisogna mentire a se stessi e vivere nell’illusione, perché la realtà è insopportabile…”
Ecco allora una recitazione “naturale” (con una notevole Naomi Watts), anche da parte di chi interpreta personaggi parodistici (come Gemma Jones e Lucy Punch), una colonna sonora tra il jazz e il classico, che sottolinea il movimento e la leggerezza delle storie, una voce fuori campo che dà ordine e e racconto, in un montaggio essenziale nella sua scansione musicale.
E’ vero che Allen ritorna sui suoi temi, ma questi temi li sa ri-creare, far vivere di nuovo, scrivendo e realizzando un film che mescola felicemente commedia e dramma, in cui la leggerezza del (suo) tocco diverte, ma nasconde tragedia e infelicità.
Finale magistrale: si lascia la sala sorridendo accompagnati dalla serenata mozartiana, con la signora sognatrice e svitata, che, seduta su una panchina di un parco, conversa amabilmente con il suo “uomo dei sogni” di reincarnazioni, mentre tutti gli altri sono ancora aperti, senza conclusioni, a dibattersi tra fallimenti e solitudini.
INCONTRERAI L’UOMO DEI TUOI SOGNI
Titolo originale You Will Meet a Tall Dark Stranger
Regia Woody Allen Sceneggiatura Woody Allen
Fotografia Vilmos Zsigmond Montaggio Alisa Lepselter
Interpreti e personaggi
Antonio Banderas: Greg
Josh Brolin: Roy
Anthony Hopkins: Alfie
Gemma Jones: Helena
Freida Pinto: Dia
Naomi Watts: Sally
Anupam Kher: Padre di Dia
Lucy Punch: Charmaine
Roger Ashton-Griffiths: Jonathan
Ewen Bremner: Henry Strangler
Massimo Rossi: Greg Clemente
Fabio Boccanera: Roy
Dario Penne: Alfie
Ada Maria Serra Zanetti: Helena
Domitilla D’Amico: Dia
Chiara Colizzi: Sally
Gianni Giuliano: Padre di Dia
Spagna 2010. Durata 98 min.
Mary said,
Dicembre 6, 2010 @ 00:16grazie per la recensione davvero scritta con sensibilità e intelligenza