“Don’t Worry” di Gus Van Sant

di Gianni Quilici

Dopo qualche disorientamento iniziale per uno spettatore che niente sa della storia, Don’t Worry riesce a  conquistare progressivamente via via che si allarga la comprensione di essa.

Primo:  il protagonista John Callahan,  importante e celebre fumettista (1951-2010), è un personaggio complesso che Gus Van Sant rappresenta sia orizzontalmente nelle sue peculiarità, che verticalmente nelle sue radici storiche. In altri termini il regista ci mostra anche le cause profonde del suo disadattamento sociale:  perché è diventato alcolista fin da giovanissimo e poi dipendente dalla droga. E quindi quali traumi infantili si porta dentro e quali vicende e soggetti ne sono i protagonisti-

Secondo:  questo lo realizza  frantumando la cronologia, mescolando passato e presente, soprattutto evitando la spiegazione pedagogica, ma facendola vivere drammaticamente come scoperta dialettica attraverso il lavoro terapeutico di un gruppo abilmente condotto da colui che sarà il suo più grande amico.

Terzo: l’interpretazione di Joaquin Phoenix è stupefacente nel rendere percepibile la complicata personalità di John Callahan, coagulo di disperazione e sarcasmo, di  fragilità e aggressività, di felicità e talento.

Un film difficile a farsi per il rischio facilissimo di rimanere ingessati a una lodevole  testimonianza; riesce, invece, a  trasmettere un senso di fraternità umana, senza strizzatine di occhio con una apprezzabile libertà linguistica.

In sintesi.

La storia vera, una vita senza regole, alle dipendenze di droga e alcool, a una condizione paralitica dove il fumetto diventa l’unica via di fuga del celebre fumettista John Callahan rimasto paralizzato, dopo un incidente automobilistico, all’età di 21 anni. L’incidente, che poteva segnare la fine della sua vita, si rivelerà l’inizio di un nuovo meraviglioso percorso.

DON’T WORRY

Regia di Gus Van Sant.  con Joaquin Phoenix, Rooney Mara, Jonah Hill, Jack Black, Beth Ditto, Olivia Hamilton.

USA, 2018, durata 113 minuti

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