“Il giovane Karl Marx” di Raoul Peck

marxdi Gianni Quilici

Vedo “Il giovane Karl Marx” e mi lascio andare. Cerco di prendere il piacere nella ricerca di una possibile identificazione.  Karl Marx potrebbe essere, infatti, uno dei tanti miei possibili “dover essere”. E devo dire che all’inizio,  proprio all’inizio, mi infastidiscono,  ma poi mi attraggono la spavalderia, il sarcasmo, la nettezza, l’audacia dei suoi giudizi; e inoltre mi affascina la passione dello studio, come lettura, consultazione, scrittura,  nel caos tra libri, letto, cucina;  la ricerca di rigorosità e di profondità nel bisogno di cogliere la struttura ultima nella materialità dei rapporti sociali contro la propaganda, il sentimentalismo, il facile populismo; la presenza politica attiva nello scontro ideologico  dentro le leghe operaie, che si stanno formando in tutta Europa; l’incontro,  l’amicizia, la collaborazione, l’affinità elettiva con Engels, che lo aiuterà in tutti i modi per tutta la vita.

E quando il film finisce con un applauso spontaneo e si alza la voce inconfondibile di Bob Dylan in “Like a rolling stones” sono contento, come se avessi passeggiato durante queste due ore con Marx Engels e quella Storia. Tuttavia ci sento un limite, che soltanto dopo, sfogliando qualche pagina di Marx, capisco, pur rendendomi conto della difficoltà del regista di rappresentare il giovane Marx in così poco tempo.

Avrei voluto che nel film emergesse di più lo scontro di pensiero, che pure viene rappresentato, ma in una misura che non rende a sufficienza la statura di un personaggio eccezionale, che contiene in sé l’economista e il filosofo, lo storico e il politico e infine anche lo scrittore. Ed ho pensato paradossalmente ad alcuni film di Bergman dove la dialettica dell’esistenza diventa estrema, perché molti sono i punti di vista che entrano in contrasto. Questa radicalità di pensiero materialistico e dialettico, penso, era la peculiarità che ha fatto di Marx la figura storica che forse più di ogni altra ha influenzato il pensiero e la storia contemporanea. Questo mi è sembrato il limite di un film comunque meritevole:  non andare là dove il pensiero non solo si mostra, ma non si accontenta.

54721Il giovane Karl Marx  di Raoul Peck

con August Diehl, Stefan Konarske, Vicky Krieps, Olivier Gourmet, Hannah Steele.

Titolo originale: Le jeune Karl Marx.  Francia, Germania, Belgio, 2017, durata 112 minuti.

I commenti sono chiusi.